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Le Religioni del Giappone

In Giappone sono professate più religioni tra cui maggiormente lo Shintoismo e il Buddhismo (il Cristianesimo è professato in maniera veramente esigua); in questa sezione dunque parleremo più approfonditamente di questi due culti.

Il Buddhismo, praticato da un numero minore di giapponesi è un culto originato dagli insegnamenti di Siddhartha Gautama. Esso è fondato sulle Quattro nobili Verità.
Il termine indica un insieme di pensieri, tradizioni, e pratiche spirituali sia individuali che di devozione che con l’andare avanti del tempo si sono ampliamente differenziate.  La parola è per l’appunto di recente coniatura, introdotta in Europa solamente nel XIX secolo e non sono presenti altre parole per descrivere questa particolare tradizione religiosa, ad eccezione dei termini Sanscriti che la chiamavano Buddha-sasana ossia Insegnamento del Buddha.

La storia del Buddhismo ha inizio in tempi molto antichi, ossia nel VI secolo a.C. con la predicazione di Gautama, ha con il passare del tempo introdotto, all’interno della sua impronta indiana, moltissimi elementi culturali ellenistici, dell’Asia Centrale e anche dell’Estremo Oriente.  Purtroppo il culto dovette affrontare anche molti scismi che avvennero con la formazione di diverse scuole, tra le più importanti ancora esistenti troviamo la scuola Theravada, e quelle di Mahayana e Vajrayana.
Parliamo in maniera più approfondita delle Quattro Nobili Verità a fondamento del Buddhismo. Si narra che queste verità fossero comprese da Buddha durante il risveglio spirituale dopo aver meditato a lungo sotto l’albero della Bodhi.
Le quattro verità sono: La Verità del Dolore, La Verità dell’Origine del Dolore, La Verità della Cessazione del Dolore, La Verità della Via che Porta alla Cessazione del Dolore.

Andiamo però anche a parlare dello Shintoismo, prima religione del Giappone essendo nativa del paese del Sol Levante.  Prevede l’adorazione di vari divinità, o spiriti Naturali, denominati più precisamente Kami. Molto spesso i Kami sono locali e sono considerati come dei guardiani di un particolare luogo, mentre in altri casi i Kami possono rappresentare un oggetto oppure un evento naturale: prendiamo ad esempio la Dea del Sole Amaterasu.
Molto spesso divenivano oggetto di venerazione anche dei personaggi illustri, degli avi e degli eroi i quali dopo la morte diventavano Kami.

La parola deriva dall’unione dei due Kanji Shinto che vuol dire Spirito/Divinità e To (dal Cinese Tao) che significa Via/Sentiero. Precedentemente alla seconda guerra mondiale lo Shintoismo veniva considerato come religione, successivamente venne deposta questa sua condizione tanto che oggi non vengono più insegnati i riti anche se sono ancora largamente diffusi.