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Letteratura Giapponese

Kawabata Yasunari

La letteratura giapponese è veramente molto vasta. Molta della letteratura più antica risente l’influenza della letteratura cinese. L’individualità della propria arte letteraria si riscontrò maggiormente nel periodo precedente all’apertura del Giappone al commercio che avvenne intorno alla fine del XIX secolo. In questo periodo infatti tutta la cultura del Sol Levante fu particolarmente influenzata da quella occidentale.

Ma ora andiamo a scavare più approfonditamente nella tradizione letteraria: gli scritti giapponesi sono alquanto sconosciuti ad un pubblico di massa e anche gli autori sono altrettanto poco noti, nonostante ci siano tra loro anche due Premi Nobel per la Letteratura.

Come tutte le antiche letterature anche quella Giapponese ha origine orale, dunque i primi documenti che attestavano l’esistenza per iscritto si ebbero solo nell’VIII secolo dopo che il sistema di scrittura cinese venne adottato anche in Giappone. Le prime opere  del Peridodo Nara (che va dal 710 al 794 ) furono quindi il Kojiki (Registro delle Materie Antiche) e il Nihon Shoki (Cronache del Giappone) scritti ad opera del governo reggente tra il 712 e il 720.
Sicuramente l’opera più incredibile fu il Man’yoshu, ossia antologia di ben 4500 poemi composti da vari autori intorno al 759, ma anche il Kokishu, collezione di poemi moderni e antichi…. La poesia in questo periodo cominciò a divenire molto florida tanto che divenne consueto l’uso dei Tanka (versi di 31 sillabe).

Il Periodo Heian aprì i battenti quando l’alfabeto Hiragana proveniente da quello cinese si stava sviluppando, distinguendosi da quello continentale. L’epoca che metteva in prima linea la vita cortigiana (il periodo Heian si snoda tra il 794 al 1184) vide come più grande opera narrativa un romanzo scritto dalla cortigiana Murasaki Shikibu, il Racconto di Genji composto da ben 54 capitolo.  Altri scrissero numerosi romanzi sulla stessa linea come ad esempio Sei Shonagon con Makura non shosi, ossia il Libro del Cuscino, oppure Konjaku Monogatari cioè i Racconti di un tempo già passato.

Il periodo Kamakura-Muromachi che va fino al 1573 vede la nascita di una nuova aristocrazia e di conseguenza anche di una nuova letteratura intimista chi prendeva come temi l’incertezza dell’esistenza umana. Tra i testi più interessanti ricordiamo Chimei’s Hokoki de Kamo, ossia Racconto della mia Capanna, scritto nel 1212 e Yoshida Kenko’s Tsurezuregusa, Saggi del tempo Libero che risalgono al 1330.
La prosa però si sviluppa maggiormente durante il famosissimo Periodo Edo che va dal 1603 al 1868. Tra i maggiori interpreti della letteratura di quel periodo troviamo Ihara Saikaku e Chikamatsu Monzaemin che riuscì a scrivere storie e canzoni per il teatro Kabuki.

Un altro scrittore eccellente del periodo Edo che basò le sue storie sul tema gotico fu Ueda Akinari con gli Ugetsu Monogatari, ovvero Racconti della Luce, della Luna e della Pioggia pubblicati nel 1776.
Durante il Periodo Meiji che abbraccia la fine del XIX secolo e arriva fino ai nostri giorni il Giappone, come abbiamo già detto, fu particolarmente influenzato dalla cultura occidentale. Si riprese la forma romanzata e grazie alla traduzione di poesia straniera si creò un nuovo genere poetico: quasi tutti gli scrittori di questo periodo studiarono in Europa, soprattutto in Germania e in Gran Bretagna.
Su questa scia Kawabata Yasunari fu il primo giapponese a ricevere il Premio Nobel per la Letteratura nel 1968, seguì anche Oe Kenzaburo nel 1994.