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Architettura e Giardinaggio

L’architettura giapponese è uno degli elementi più interessanti per chi ama la cultura del paese del sol levante.  La storia dell’architettura è molto fitta e la tradizione fa emergere la necessità di amalgamare l’elemento umano con quello naturale. Come tutti possiamo notare sia i templi, che i monasteri che addirittura i castelli sono sempre inseriti in ambienti naturali stupendi.  In generale il materiale più utilizzato per l’architettura giapponese è il legno; andiamo però a scoprire passo dopo passo gli sviluppi dell’arte architettonica attraverso i vari periodi storici del Giappone.

Durante il lontano periodo Heian si sviluppò la cosiddetta architettura degli Shinden Zukuri: in questo periodo quasi tutti i palazzi aristocratici erano realizzati in legno e i tetti con la corteccia. La caratteristica di tale architettura si vede nei padiglioni collegati alla struttura centrale attraverso dei corridoi coperti.
L’architettura religiosa invece si sviluppò per lo più nell’epoca Kamakura prendendo spunto da quella cinese della dinastia dei Sung e dei Yuan. Lo stile in Giappone venne chiamato Kara-yo.
Parliamo ora dei tre periodi più importanti per l’architettura quello Muromachi, Mamoyama ed Edo. Nella prima epoca fu introdotta la famosissima cerimonia del tè. Per questo motivo le architetture erano quasi sempre provviste di appositi padiglioni utilizzati soprattutto per liberare la mente bevendo la particolare tisana tradizionale. Quasi tutti gli ambienti delle cerimonie erano costruiti con un caratteristico stile rurale utilizzando materiali rustici, come tronchi con corteccia, ma anche come la paglia…

L’epoca Mamoyama invece fu abbastanza famosa per la nascita di due strutture architettoniche ovvero i castelli e gli Shoin. Il castello era la residenza classica dei signori feudali invece lo Shoin era uno spazio privato costruito maggiormente per darvi ricevimenti.
Infine ricordiamo il Periodo Edo in cui nascevano le ville imperiali come quelle di Katsura dove elementi tradizionali si sposano con innovazione architettonica. Le ville imperiali avevano al loro interno favolosi esempi di giardini zen.
Anche i giardini giapponesi sono elementi fondamentali dell’architettura dell’oriente e soprattutto mescolano ad eleganza una particolare leggerezza evitando la simmetria.

I tre elementi fondamentali del giardino giapponese sono: le piante (sempreverdi), l’acqua (simbolo di vita e deve scorrere da est ad ovest) e le rocce (di solito grandi per avere un senso di pace).
Come abbiamo detto le piante devono essere sempre verdi oppure piante da fiore. È necessario avere chiaro il periodo della fioritura perché questo è un elemento simbolico estremamente importante per la cultura giapponese. In ogni modo è utile anche dividere le piante maschili da quelle femminili poiché esse sono diverse per forma, altezza e ampiezza: di solito i giardini giapponesi ne possiedono poche ma molto grandi. L’acqua significa armonia ed equilibrio ed è elemento imprescindibili. Al contrario delle rocce che vogliono dire staticità e fermezza, l’acqua simboleggia il dinamismo e il concetto del cambiamento e del continuo scorrere. Infine le rocce oltre che stabilità vogliono sottolineare la diversità tra mondo animato, quello dei vegetali, e mondo inanimato: due mondi che inevitabilmente si toccano e si sovrappongono. Le varie forme delle rocce rappresentano i cinque elementi del Feng Shui cioè fuoco, terra, metallo, acqua e legno.