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Teatro Giapponese

Il teatro giapponese è una forma d’arte molto antica. In questa sezione parleremo delle tradizionali forme del , del Kabuki e del Bunraku.
Il  è una delle forme di teatro più antiche del Giappone. Si attesta intorno al XIV secolo ed era rivolta ad un pubblico molto elevato. In generale è caratterizzato da particolari movimenti lenti e dall’uso di alcune particolari maschere. Il  venne caratterizzato da altre forme di arti popolari ed aristocratiche insieme come il Gagaku e lo Shirabyoshi e a sua volta esso influenzò altre forme come il più popolare Kabuchi e il Butoh.

Il primo autore di fu Kan’ami Kiyotsugu il quale insieme al figlio e al nipote formò la prima triade della famosissima scuola Kanze. Il figlio, chiamato Zeami Motokiyo è stato riconosciuto come l’autore più importante di tutti i tempi di Nō. Oggi giorno esistono solo 1500 attori professionisti e l’arte, nonostante la sua forma rara continua ad esistere. Sono ancora attive solo 5 scuole di Nō:  la Kanze, la Hosho, la Komparu, la Kita e la Kongo.
La scena è abbastanza semplice ed essenziale. Il palco è fatto di Hinoki, cipresso, ed è completamente vuoto ad eccezione di un Kagami-ita, dipinto di un pino su un pannello di legno sullo sfondo. I costumi al contrario sono molto ricchi,quasi tutti indossano degli abiti di broccato di seta.

Il è una rappresentazione cantata e la musica di accompagnamento è molto dolce: eseguita solo con strumenti a fiato e percussioni. Essendo cantato, viene considerato come una sorta di opera giapponese anche se la scala tonale è abbastanza limitata e i passaggi, molto lunghi, sono altrettanto ripetitivi.
Parliamo invece del Kabuki che è una forma di teatro più giovane che risale all’inizio del 1600. Secondo la leggenda questo deriva dalle danze eseguite sulle rive del fiume Kamo a Kyoto. La parola è formata da tre diversi ideogrammi che significa letteralmente “essere fuori dall’ordinario”.

Di solito era sempre recitato da donne, successivamente invece gli attori dovevano essere solo uomini, anche per le parti femminili. Esistevano attori specializzati per queste parti femminili e venivano chiamati Onnagata.  Il Kabuki sin dalla sua nascita tenne forti legami col teatro dei burattini, ossia lo Joruri, e rimase legato alla classe medio borghese chiamata chonin. Le trame utilizzate in queste rappresentazioni mettevano in scena fatti , in genere molto drammatici, accaduti realmente: una sorta di rappresentazione popolare.  Si trattava più che di uno spettacolo artistico di una sorta di mezzo di comunicazione visto che tra il fatto accaduto e la rappresentazione poteva passare anche pochissimo tempo!


Infine il Bunraku è un tipo di teatro giapponese in cui i personaggi vengono rappresentati con marionette, generalmente di grandi dimensioni e manipolate da tre manovratori. Il nome deriva da Uemura Bunrakuken che lanciò tale forma di teatro ad Osaca intorno al XVIII secolo.  Le marionette erano in origine costituite in argilla ed erano alte circa un metro. Potevano possedere solo braccia ed erano guidate da una sola persona. Solo più tardi fu scelto il legno per la fabbricazione delle marionette e vennero aggiunte anche le gambe.  Con il passare degli anni le marionette acquistavano molti più tratti fisionomici come gli occhi, la bocca, le dita… per questo motivo diventò necessario l’uso di tre manovratori. In generale il ruolo fondamentale è quella del narratore visto che solo lui è in grado di far parlare le marionette e di far esprimere i loro sentimenti. In sottofondo c’è sempre musica che di solito è atta a caratterizzare i suoni di scena e i sentimenti delle marionette.